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Manutenzione Manichette Antincendio
La manichetta antincendio è un tubo flessibile utilizzato per trasportare acqua o miscele acqua / schiuma a media pressione nei dispositivi idraulici antincendio. Generalmente sono costruite in tessuto circolare di poliestere con sottostrato impermealizzante in gomma elastomerica ed hanno raccordi standard.
Alcuni paesi utilizzano i raccordi Guillemin altri invece usano i raccordi Storz. In molti edifici, come le scuole, gli uffici e le aziende, sono presenti idranti a muro. La pressione di esercizio di una manichetta può variare tra 8 e 20 bar (800 e 2000 kPa, 116 e 290 psi), mentre la pressione di esplosione può arrivare fino a 40 bar (4.400 kPa, 580,151 psi). Le manichette antincendio vengono utilizzate anche per scaricare l’acqua aspirata dalle motopompe o dalle pompe idrovore, durante le inondazioni o lo svuotamento di invasi.
In genere dopo l’utilizzo le manichette vengono appese a secco per farle asciugare, perché l’acqua che rimane in un tubo per lungo tempo può deteriorare il materiale e renderlo inaffidabile o inutilizzabile. Pertanto nella tipica stazione dei Vigili del Fuoco spesso si trovano delle alte strutture destinate ad accogliere la lunghezza di un tubo su cui vengono distese per lo svuotamento e la conseguente asciugatura.
Talvolta, i tubi antincendio vengono utilizzati per il controllo della folla come ad esempio nei fatti del G8 di Genova contro i manifestanti.
Idranti a muro
Gli idranti (per interni e esterni) a muro con tubazione di diametro 45 mm (cassette idrante UNI 45) sono costituiti da un involucro dotato di sportello sigillabile con lastra frangibile/infrangibile (oppure portello pieno senza serratura) in versione da parete o ad incasso, contenente una tubazione appiattibile a norma EN 14540 con raccordi a norma UNI 804 (le legature ossia il sistema di fissaggio tra raccordi e tubazione devono essere realizzati secondo UNI 7422), una lancia con intercettazione e frazionamento del getto e il rubinetto di alimentazione. La lunghezza massima delle manichette è pari a 20 m, altri valori sono ammessi solo su specifica indicazione progettuale. La tubazione, avvolta “a doppio”, viene appoggiata su un apposito supporto a forma di sella (chiamato “sella salva-manichetta”), per consentirne una migliore conservazione. La Norma di riferimento è la UNI EN 671/2 con obbligo di marcatura “CE” (rif. direttiva 89/106 CPD). Esistono cassette con tubazione diametro 70 mm (UNI 70), sella, lancia DN 70, chiave di manovra utilizzabili solo quale dotazione per idranti soprassuolo. nel caso di idranti sottosuolo alla dotazione si aggiunge il cosiddetto collo di cigno o colonnetta idrante.
Un’altra categoria è rappresentata dalle cassette con tubazioni semi-rigide da 20 o 25 mm, denominate “cassette naspo”, disciplinate dalla UNI EN 671/1 e anche per esse vige l’obbligo di marcatura “CE”. Le cassette naspo sono dotate di avvolgi-tubo orientabile con tubazione già collegata alla lancia ed al rubinetto. Il vantaggio principale dei naspi è la semplicità di utilizzo, oltre alla possibilità di srotolare solo la lunghezza necessaria di tubazione, mentre la portata idrica è inferiore. L’ingombro della cassetta è notevole, per questo motivo risulta difficile utilizzare le versioni da incasso.
Sia i naspi che le cassette UNI 45 sono dotati di lancia a tre effetti, che consente di variare il getto d’acqua (pieno o frazionato) e di interrompere l’erogazione quando necessario. Il comando è generalmente a leva oppure a rotazione, a seconda del modello è possibile ottenere diverse prestazioni di portata e gittata, generalmente superiori per le versioni a rotazione.
L’impianto rete Idranti è disciplinato dalla Norma UNI 10779:2014
Idranti Sottosuolo
Gli idranti sottosuolo sono dei particolari tipi di idranti che vengono installati sotto il livello del terreno, sono dotati di un dispositivo antigelo e i pozzetti che contengono questi tipi di idranti hanno la forma di ellisse e riportano la dicitura “idrante”.Essi sono collocati ad una distanza consigliata tra 5 e 10 m dal perimetro del fabbricato a seconda della sua altezza e ad una distanza mutua di massimo 60 m (specificamente indicato nella Norma di sistema UNI 10779), in funzione del loro raggio d’azione. La realizzazione è disciplinata dalla norma UNI EN 14339, devono essere marcati “CE” (rif. direttiva 89/106 CPD) con l’obbligo di utilizzare il cosiddetto “collo di cigno” per collegare le tubazioni flessibili/appiattibli (manichette) e quindi la lancia di erogazione. L’apertura e chiusura della valvola avviene, come per gli idranti sopra suolo, a mezzo apposita chiave con dimensioni unificate. Hanno Dn di connessione 80 o 100.
Gli idranti sottosuolo sono costituiti fondamentalmente da un corpo in ghisa, da un dispositivo di manovra di forma pentagonale che attraverso un albero in acciaio apre e chiude la valvola di intercettazione, da uno scarico antigelo, da una flangia di connessione all’impianto di distribuzione e da un attacco, minimo DN 70 max 100, per il collegamento del collo di cigno.
Idranti Soprasuolo
Gli idranti soprasuolo o a colonna sono quelli comunemente visibili nei parcheggi, all’esterno dei condomini oppure nelle aree industriali. Hanno maggiore accessibilità degli analoghi sistemati sottosuolo. Essi sono collocati ad una distanza consigliata tra 5 e 10 m dal perimetro del fabbricato a seconda della sua altezza e ad una distanza mutua di massimo 60 m (specificamente indicato nella Norma di sistema UNI 10779), in funzione del loro raggio d’azione. Sono contraddistinti dal colore rosso RAL 3000, lo stesso che viene usato negli estintori. Sono dotati di scarico antigelo atto a scaricare la colonna dall’acqua e possono essere di due tipi: tipo A (ex tipo AD secondo vecchia UNI 9485) ossia senza punto prefissato di rottura, tipo C (ex ADR secondo vecchia UNI 9486) ossia con punto prefissato di rottura. Quello a punto prefissato di rottura permette la separazione della parte superiore dalla parte inferiore dell’idrante a seguito di un urto accidentale, senza causare la fuoriuscita dell’acqua, con conseguente riduzione della pressione della rete antincendio e possibilità di allagamenti (nota: la foto è di un vecchio idrante ormai non più a norma). La costruzione è regolata dalla norma EN 14384 e per essi vige l’obbligo della marcatura CE, essendo dispositivi che ricadono sotto direttiva 89/106/CEE (altrimenti nota come CPD). Questi idranti sono costituiti fondamentalmente da un corpo in ghisa o in acciaio (sconsigliato), da un dispositivo di manovra di forma pentagonale (il cosiddetto cappellotto) che, mediante un albero, apre e chiude la valvola di intercettazione, da uno scarico antigelo, da una flangia di connessione all’impianto di distribuzione e da due sbocchi DN 70, per il collegamento delle manichette ed eventualmente (solo per diametri dell’idrante uguali o superiori al DN 100) da un terzo sbocco DN 100 ove possono attaccarsi i Vigili del Fuoco, al fine di caricare le autobotti. I raccordi devono essere protetti a mezzo tappi in ottone (unico materiale attualmente ammesso).
Per azionare questo tipo di idranti occorrono delle chiavi normalizzate, dette “chiavi di manovra”, che agiscono sul dispositivo di manovra e quindi sulla valvola di intercettazione, aprendola o chiudendola. L’albero di manovra ha un attacco pentagonale.
Linee Guida per la Corretta Manutenzione degli Idranti
NORMA TECNICA DI RIFERIMENTO PER LA MANUTENZIONE DELLE COMPONTENTI DI RETI IDRANTI
La norma UNI 10779 descrive le procedure di sorveglianza, controllo periodico, manutenzione della rete idranti e relativi componenti e rimanda, per le attività da svolgere sui naspi ed idranti a muro dotati di tubazioni flessibili e semirigide (manichette e naspi), a quanto descritto nella norma UNI EN 671-3.
La norma UNI EN 671-3 prescrive i criteri per effettuare il controllo iniziale, la sorveglianza, il controllo periodico, la revisione programmata ed il collaudo degli estintori di incendio, al fine di garantirne l’efficienza.
La norma UNI/TS 11559 specifica i requisiti di progettazione, installazione ed esercizio delle reti di idranti a secco destinate all’alimentazione di apparecchi erogazione antincendio e deve essere utilizzata unitamente alla UNI 10779.
Norme UNI e UNI EN di riferimento
– UNI 10779 “Impianti di estinzione incendi – Reti di idranti – progettazione, installazione, ed esercizio.”
– UNI EN 671 – 1 “Sistemi fissi di estinzione incendi sistemi equipaggiati con tubazioni.
Naspi antincendio con tubazioni semirigide.”
– UNI EN 672 – 2 “Sistemi fissi di estinzione incendi sistemi equipaggiati con tubazioni.
Idranti a muro con tubazioni flessibili.”
– UNI EN 671 – 3 “Manutenzione dei naspi antincendio con tubazioni semi rigide ed idranti a muro con tubazioni flessibili”.
– UNI EN 14384 “Idranti a colonna soprasuolo”
– UNI EN 14339 “Idranti sottosuolo”
– UNI EN 694 “Tubazioni semirigide per naspi”
– UNI EN 14540 “Tubazioni appiattibili per idranti a muro”UNI
– UNI 804 “Raccordi per tubazioni flessibili”
– UNI 814 “Chiavi per la manovra dei raccordi, attacchi e tappi per tubazioni flessibili”
– UNI 7421 “tappi per valvole e raccordi per tubazioni flessibili”
– UNI 7422 “Requisiti delle legature per tubazioni flessibili”
– UNI 9487:2006 “Tubazioni flessibili antincendio DN 70”
– UNI 11423 “Lance erogatrici di DN 70 a corredo di idranti per pressioni di esercizio fino a 1,2 MPa”
LA MANUTENZIONE A REGOLA D’ARTE
Le norme UNI 10779 e UNI EN 671-3 sono il riferimento per operare secondo la REGOLA DELL’ARTE, tali norme fanno luce sulle figure coinvolte nella manutenzione, e prevedono sette fasi di manutenzione:
PRESA IN CARICO DEI COMPONENTI DELL’IMPIANTO RETI DI IDRANTI
NOTA Qualora i documenti non siano disponibili, o siano solo parzialmente disponibili, il manutentore deve registrare l’esito e comunicare alla persona responsabile la non conformità rilevata. La loro predisposizione e/o aggiornamento è a cura del datore di lavoro o della per-sona dal lui delegata.
Con la presa in carico dei componenti delle reti di idranti, che può coincidere con la prima operazione di manutenzione, è necessario:
– eseguire una prima verifica di massima sullo stato dei suddetti componenti;
– richiedere al committente la documentazione storica relativa ai pregressi interventi di controllo e manutenzione;
– richiedere il libretto d’uso e manutenzione dei componenti oltre all’eventuale ulteriore documentazione a corredo.
OPERAZIONI CONNESSE ALLA SORVEGLIANZA
La sorveglianza consiste in un controllo visivo atto a verificare che i componenti della rete idranti siano nelle normali condizioni operative, siano facilmente accessibili, siano presenti le istruzioni d’uso e non presentino danni materiali accertabili tramite esame visivo quali difetti, segni di deterioramento, corrosione o perdite.
La sorveglianza può essere effettuata dal personale normalmente presente nelle aree protette dopo aver ricevuto adeguate istruzioni.
In particolare la PERSONA RESPONSABILE, o le persone da lui delegate che abbiano ricevuto adeguate istruzioni, deve verificare l’impianto come di seguito indicato:
ATTACCHI DI MANDATA PER AUTOPOMPA
– Verifica delle condizioni di stato dell’attacco (assenza di segni di deterioramento, corrosione o perdite) e della cassetta e/o armadio di contenimento
IDRANTI SOPRASUOLO E SOTTOSUOLO
– Verifica delle condizioni di stato delle colonne idranti (assenza di segni di deterioramento, corrosione o perdite) controllando che siano regolarmente chiuse e con i tappi delle bocche idranti serrati.
– Verifica dell’integrità della dotazione
IDRANTI A MURO E NASPI
– Verifica dell’integrità della dotazione
– Verifica delle non presenza di segni di deterioramento, corrosione o perdite.
– Verifica della corretta collocazione,
– Verifica della accessibilità senza ostacoli, visibilità, presenza e leggibilità delle istruzioni d’uso;
– Verifica del corretto avvolgimento della manichetta nel caso di idranti a muro
– Verifica dello stato degli sportelli e lastre di protezione
– Verifica della corretta chiusura e presenza del sigillo nel complesso
OPERAZIONI CONNESSE AL CONTROLLO PERIODICO (SEMESTRALE)
Il controllo periodico, effettuato da PERSONA COMPETENTE, consiste in una serie di operazioni atte a verificare la completa e corretta funzionalità dei componenti delle reti di idranti, nelle normali condizioni esistenti nell’ambiente in cui è installata.
Una volta terminato il controllo, il tecnico è tenuto alla compilazione del rapporto di intervento e all’aggiornamento del cartellino di manutenzione.
L’Azienda specializzata durante la fase di controllo deve verificare l’impianto come di seguito indicato:
ATTACCHI VVF
– Presenza, corretta ubicazione, chiaramente segnalati e accessibili senza ostacoli;
– non sia danneggiato ed i componenti non presentino segni di corrosione o perdite protezione da urti accidentali;
– presenza tappo filettato secondo norme UNI apribile con chiave per raccordi di tipo A;
– manovrabilità delle valvole mediante la completa apertura e chiusura delle stesse verificando la tenuta della valvola di ritegno;
– alla fine delle operazioni assicurarsi che le valvole di intercettazione degli attacchi autopompa siano in posizione aperta.
IDRANTI SOPRASUOLO E SOTTOSUOLO
– presenza, corretta ubicazione, chiaramente segnalati e accessibili senza ostacoli;
– non sia danneggiato ed i componenti non presentino segni di corrosione o perdite protezione da urti accidentali;
– presenza tappo filettato secondo norme UNI apribile con chiave per raccordi di tipo A;
– manovrabilità delle valvole mediante la completa apertura e chiusura delle stesse verificando la tenuta della valvola di ritegno;
– il sistema di drenaggio funzioni correttamente;
– le cassette a corredo degli idranti siano dotate di tubazione con raccordi UNI 804;
– le cassette a corredo degli idranti siano dotate di lancia di erogazione secondo la norma UNI 11423;
– le cassette a corredo degli idranti siano dotate di chiavi di manovra per l’apertura dell’idrante e per il serraggio dei raccordi;
– le cassette a corredo degli idranti sottosuolo siano dotate di dispositivi di attacco (colli cigno) per consentirne un rapido utilizzo.
IDRANTI A MURO E NASPI
– presenza della marcatura CE della cassetta se impianto costruito dopo 2004;
– presenza, corretta ubicazione, chiaramente segnalati e accessibili senza ostacoli;
– non sia danneggiato, i componenti non presentino segni di corrosione o perdite e la cassetta non sia danneggiata, si apra agevolmente non ostacoli le vie di esodo e sia saldamente fissata al supporto;
– protezione da urti accidentali;
– in caso di presenza di manometro esso funzioni correttamente;
– che la lancia erogatrice sia di tipo appropriato, di facile manovrabilità ed abbia almeno 3 posizioni di regolazione (intercettazione di getto, getto pieno e frazionato);
Specificità in caso di idranti a muro:
Per quanto attiene la tubazione verificare che:
– non vi sia presenza di screpolature, deformazioni e danneggiamenti;
– i raccordi siano a norma UNI 804;
– sia presente un adeguato sistema di protezione dell’operatore in prossimità del raccordo (ad es. manicotto copri legatura) UNI 7422 punto 4;
– abbia legature secondo UNI 7422;
– sia presente la fascetta vincolata al sistema di fissaggio riportante i dati del produttore, la massi-ma pressione di esercizio, l’anno di costruzione ed il riferimento alla norma UNI 7422.
Specificità in caso di naspi:
– la bobina (se presente) ruoti agevolmente in entrambe le direzioni;
– mancata presenza di screpolature, deformazioni e danneggiamenti sulla tubazione;
– per i naspi orientabili, il supporto pivotante ruoti agevolmente fino a 180°;
– per i naspi manuali la valvola d’intercettazione sia
adeguata e di facile e corretta manovrabilità;
– per i naspi fissi la guida di scorrimento del la tubazione funzioni correttamente e sia fissata correttamente e saldamente;
– la tubazione di alimentazione sia in buone condizioni.
OPERAZIONI CONNESSE ALLA MANUTENZIONE ANNUALE (COLLAUDO FUNZIONALE)
La manutenzione annuale, effettuata da PERSONA COMPETENTE, consiste, così come specificato nella norma UNI EN 671/3, oltre a tutte le operazioni previste nel controllo periodico semestrale, nel mettere la tubazione semirigida secondo UNI EN 694 in caso di naspi o appiattibile secondo UNI EN 14540 in caso di idranti a muro alla pressione di esercizio della rete.
– È ammesso il collaudo ad aria fino a pressioni di 6 bar
– Se pressioni dell’impianto sono superiori è necessario utilizzare collaudo idraulico
Annualmente deve essere inoltre effettuata la prova di funzionalità degli idranti a muro e dei naspi controllando che la portata e la gittata siano costanti e sufficienti (è consigliato l’uso di indicatori di flusso). Durante tale operazione si può utilizzare anche un tronchetto di tubazione con le stesse caratteristiche ma di lunghezza inferiore.
Una volta terminato le operazioni il tecnico è tenuto alla compilazione del rapporto di intervento e all’aggiornamento del cartellino di manutenzione.
OPERAZIONI CONNESSE AL COLLAUDO PERIODICO (QUINQUENNALE)
Il collaudo periodico, effettuato da PERSONA COMPETENTE, consiste nel mettere alla massima pressione di esercizio 1,2 MPa (12 Bar) la tubazione flessibile (in caso di idranti a muro) o la tubazione semirigida (in caso di naspi antincendio) così come specificato nella norma UNI EN 671/3.
Una volta terminato le operazioni il tecnico è tenuto alla compilazione del rapporto di intervento e all’aggiornamento del cartellino di manutenzione.
OPERAZIONI CONNESSE ALLA MANUTEZIONE ORDINARIA
La manutenzione ordinaria, effettuata da PERSONA COMPETENTE, consiste in una serie di operazioni atte a eliminare le anomalie di modesta entità riscontrate nei componenti delle reti idranti. Terminata la manutenzione, il tecnico è tenuto alla compilazione del rapporto di intervento.
OPERAZIONI CONNESSE ALLA MANUTEZIONE STRAORDINARIA
La manutenzione straordinaria, effettuata da PERSONA COMPETENTE, consiste in un intervento che richiede attrezzature o strumentazioni particolari o che comporti ad esempio la sostituzione degli accessori o dell’idrante a muro, naspo o la completa sostituzione di idranti a colonna o attacchi per gruppi autopompa. Terminata la manutenzione, il tecnico è tenuto alla compilazione del rapporto di intervento e, se del caso, al rilascio di una nuova dichiarazione di corretta installazione.
CARTELLINO (ETICHETTA) DI MANUTENZIONE CONTROLLO
È previsto l’obbligo per di apporre i dati di manutenzione e controllo su di un’etichetta che non deve impedire la visione della marcatura del fabbricante norma UNI EN 671/3.
È necessario mettere almeno i seguenti dati:
– la dicitura “REVISIONATO”
– i dati essenziali del fornitore del naspo o dell’idrante a muro
– gli estremi di identificazione di chi effettua la manutenzione
– la data (mese ed anno) dell’intervento di manutenzione.
OPERAZIONI INTEGRATIVE RETI ALL’APERTO A SECCO
Ad integrazione delle operazioni previste dalla UNI 10779, deve essere eseguita almeno una volta all’anno (e comunque all’atto di messa in servizio dopo un periodo di inattività) la prova funzionale d’impianto
– con attivazione
– delle valvole a diluvio
– dei dispositivi di sfiato
– e verifica del tempo di erogazione idrica
LE ATTREZZATURE PRESENTI SUL MERCATO IN GRADO DI AGEVOLARE LE OPERAZIONI DI MANUTENZIONE
Viene di seguito riportato un elenco non esaustivo di attrezzature, presenti attualmente sul mercato, necessarie per una corretta manutenzione.
– Chiavi fisse, cacciaviti, giratubi, chiavi regolabili, cercafase, carta vetrata, spazzole in ferro, trapani, avvitatori, etc…
– Strumenti di misurazione della portata e pressione (es. tubo di pitot, lancia con manometro ed indicatore di pressione)
– Strumenti di misurazione della pressione statica (es. tappi con manometro e valvola di scarico).
– Strumenti di misurazione della pressione dinamica (es. flussometri elettronici).
– Eventuale tratto di tubazione completo di raccordi per le verifiche in luoghi dove eventuali perdite d’acqua possano arrecare danno.
– Chiavi di manovra.
– Avvolgimanichetta (es. modelli carrellati, elettrici, con asciugatore).
– Attrezzatura per prova idrostatica (idonea per pressione idrostatica di 12 bar).
– Kit asciugatura e talcatura manichette
– Attrezzatura per pressatura pneumatica (tarata max 6 bar).
– Divisore valvolato con riduzioni e manometro.
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